La cervicalgia

La cervicalgia comprende le patologie degenerative del rachide cervicale e dei dischi intervertrebrali.

La causa scatenante è da ritrovarsi nella lenta progressiva erosione della CARTILAGINE che ricopre l’articolazione.

I fattori a rischio più rilevanti sono le attività lavorative particolarmente pesanti, sport traumatici, problemi posturali, lavori sedentari, lesioni da trauma di flesso–estensione del rachide cervicale (colpo di frusta), età avanzata, fattori genetici.

Questa patologia, nel tempo, può peggiorare anche in maniera rapida, coinvolgendo anche le strutture nervose o vascolari che originano dal tratto cervicale causando forte dolore locale e/o all’arto superiore (cervico-branchialgia) o provocare restringimento del canale vertebrale (stenosi) con disturbi neurologici, caratterizzati da disturbi di forza muscolare (ipostenia) e deficit sensitivi (parestesie, dolori) da lievi a gravi, a danni principalmente delle attività del sistema nervoso periferico.


I sintomi neurologici:

  • Emicrania o cefalea
  • Vertigine e/o disturbi dell’equilibrio
  • Disturbi visivi (diplopia)
  • Disturbi dell’udito (acufenia)
  • Astenia e riduzione della forza muscolare
  • Dolore irradiato dal collo al braccio, nella regione scapolare fino alla mano.
    Alterazioni e perdita di sensibilità, intorpidimento.

Il rachide cervicale superiore, comprende la prima, la seconda vertebra cervicale e l’occipite.

Queste vertebre unite tra di loro con l’occipite formano una catena articolare completa con tre gradi di libertà. Le articolazioni del rachide cervicale inferiore comportano due tipi di movimento, da una parte i movimenti di flesso-estensione e dall’altra movimenti misti di inclinazione-rotazione.

Le funzioni di questi due segmenti del rachide cervicale si completano reciprocamente per realizzare movimenti puri di rotazione, inclinazione e di flesso-estensione del capo.

Per la complessità dei sistemi vertebrali e per la sollecitazione che esercitano gli organi di comunicazione esterna (occhio, orecchio), il tratto della colonna cervicale è sottoposto a diverse tensioni muscolari che limitano la libertà articolare.